RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - Don Gallo: in gioco la Costituzione

Genova, 18 Novembre 2007

Don Gallo: in gioco la Costituzione
Il sindaco Vincenzi: fare luce. L'ex ministro Scajola (Fi): tutto chiaro Genova. In piazza De Ferrari, dopo le 18, dal palco allestito davanti al palazzo della Regione don Andrea Gallo riprende la lettera di Alex Zanotelli. Èâ??il suo modo per chiudere la manifestazione dei cinquantamila giunti a Genova per chiedere una commissione d'inchiesta sul luglio 2001, sui giorni del G8.
«Giustizia, verità, antifascismo, siamo qui per difendere i valori fondamentali della Costituzione italiana - gesticola don Gallo rivolto alla folla -Nel 2001 eravamo qui per difendere la democrazia. Oggi siamo qui a ribadire questo pensiero». «Quanto ai processi, a quelli che non io ma Zanotelli definisce i "25 capri espiatori", - continua - mi vengono in mente le frasi di De André». È"canzone di Maggio": «E se credete ora che tutto sia come prima perché avete votato ancora la sicurezza, la disciplina, convinti di allontanare la paura di cambiare verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti». Poi è la volta di Haidi Giuliani. 
«C'era un sasso, che colpì la testa di Carlo moribondo, ma il poliziotto che lo scagliò disse che non aveva visto nessuno scagliare alcunché. Era stato lui. E un sasso volevano tirarlo fuori anche ad Arezzo per la morte di Sandri. Siamo qui per dire che di sassi non ne vogliamo più».
Sul terreno della commissione d'inchiesta, il più scivoloso per il Governo Prodi, scende anche il sindaco di Genova Marta Vincenzi: «Chiedo alla politica di non trasformare il G8 in uno dei misteri irrisolti d'Italia. 
Credo che la commissione di inchiesta sia lo strumento giusto e per questo continuo a chiederne l'istituzione come sindaco che interpreta il sentire collettivo della città». E che terreno accidentato per Prodi lo dimostrano le parole di Riccardo Messina, coordinatore della Fgci rivolto a Clemente Mastella e Antonio Di Pietro: «I ministri della giustizia e delle infrastrutture anziché sciacquarsi la bocca con falso legalismo si uniscano a questo popolo per fare finalmente chiarezza sui quei giorni bui e sulla sospensione dei diritti costituzionali che alcuni vollero scientemente praticare in questo Paese».
Alle voci si aggiungono voci, quella del sottosegretario all'Economia Paolo Cento (Verdi) e quella Graziella Mascia, vice presidente dei deputati di Rifondazione comunista-SE, autrice della proposta di legge per l'istituzione di una commissione di inchiesta sui fatti del G8 nel 2001: «La politica si assuma le proprie responsabilità e sappia rispondere ad una richiesta che viene dai cittadini».
Qualche apertura nei confronti della commissione d'inchiesta arriva da Italia dei Valori da parte di Nello Formisano, capogruppo a Palazzo Madama e dal suo collega alla camera, Massimo Donadi: «Quello che abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere è che questa sia una commissione che cerchi davvero la verità indagando a 360°. E non dovrà avere i poteri di un'autorità giudiziaria perché sono ancora in corso i processi».
All'invocazione della commissione d'inchiesta, replica Claudio Scajola, presidente del Copaco e all'epoca del G8 ministro dell'Interno: «Tutti sanno che sono stati gli estremisti e i no-global a mettere a ferro e fuoco Genova e che la polizia ha cercato di difendere la cittadinanza e il summit - ha ricordato - C'è stato qualche singolo comportamento non corretto che è stato perseguito, ma non bisogna cambiare la storia». E il senatore leghista Roberto Castelli, ministro della Giustizia nel luglio 2001, ribadisce: «Non posso fare a meno di pensare a come nel nostro Paese la verità non interessi a nessuno, preferendo sentire e raccontare la versione dei fatti della sinistra politically correct».
Infine il bilancio della manifestazione secondo il questore di Genova, Salvatore Presenti: «Siamo stati ottimisti e abbiamo avuto ragione. 
C'erano quasi 1.200 uomini in piazza pronti ad intervenire, ma non c'è stato bisogno. «Tutto è dovuto all' organizzazione corale: al prefetto Giuseppe Romano e al sindaco Vincenzi».

Alessandra Costante
Daniele Grillo